La campagna SHAC / The SHAC campaign

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La campagna SHAC, Stop Huntingdon Animal Cruelty, viene iniziata nel 1999 da un gruppo di attivisti/e che avevano già fermato con successo altri due allevamenti di animali da laboratorio: “Consort Kennels“, un allevamento di cani beagle chiuso nel 1997 dopo 10 mesi di campagna, e “Hillgrove cat farm“, chiuso nel 1999 dopo un’incessante pressione durata 18 mesi.

Dal sito di SHAC: “Quello che è importante imparare da queste due vittoriose campagne è che tutti quegli animali salvati sarebbero ancora rinchiusi dentro Consort e Hillgrove se si fosse aspettato che fossero le istituzioni a fare qualcosa! Se vogliamo vedere chiusi questi posti infernali dobbiamo agire in prima persona.”

Da queste due vittorie nasce l’idea di lanciare una campagna internazionale contro il più grande laboratorio di vivisezione d’Europa: Huntingdon Life Sciences (HLS). HLS effettua i suoi esperimenti su più di 70mila animali, tra topi, cani, gatti, conigli, criceti, porcellini d’india, uccelli e scimmie. Più di 500 animali muoiono ogni giorno dentro HLS. Gli esperimenti sono commissionati dalle industrie farmaceutiche, che testano prodotti per la pulizia della casa, pesticidi, farmaci, erbicidi, additivi, coloranti alimentari, dolcificanti, ecc.

La campagna si muove su tre livelli:

  1. contro i clienti, ossia le aziende che commissionano gli esperimenti
  2. contro i fornitori, che procurano a HLS tutto il necessario per portare avanti le proprie ricerche (gabbie, strumenti di tortura, mangimi, trasporti, pulizia, assicurazioni, ecc.)
  3. contro i finanziatori (banche, azionisti, ecc.)

L’obiettivo è quello di mettere sotto pressione tutte le compagnie che finanziano HLS o ne traggono profitto, affinchè cessino ogni legame con il laboratorio. Sono numerosissimi i successi ottenuti in questa direzione, grazie alle varie ed originali strategie e tattiche utilizzate da SHAC.

Ecco uno stralcio emblematico dal sito di SHAC, che esprime lo stile e la filosofia della campagna:”La campagna SHAC ruota intorno all’azione. L’azione è tutto. Le parole e le lacrime non significano niente per gli animali costretti nelle gabbie dentro HLS aspettando di morire. A loro non serve nient’altro che il nostro massimo impegno ad agire ogni giorno per chiudere il laboratorio che li tiene rinchiusi e li uccide lentamente” .

Agire significa andare alle proteste, scrivere lettere, fare telefonate, spedire mail e fax, informare le persone della campagna, distribuire volantini, raccogliere fondi, attaccare poster e adesivi. Azione è qualsiasi cosa tu possa fare che porti alla chiusura di quell’inferno che è Huntingdon Life Sciences. Abbiamo tutti la nostra parte da giocare e possiamo tutti avere un effetto sulla chiusura di HLS.

Si tratta di una campagna molto eterogenea in cui migliaia di persone hanno dato il loro supporto e partecipato alle proteste. Si sono creati gruppi in quasi tutta Europa, negli Stati Uniti e in Sud America. Questi gruppi si sono coordinati di volta in volta per concentrare le energie contro l’obiettivo del momento nelle sedi dei loro paesi.

I collaboratori di HLS sono stati messi di fronte ad entrate di attivisti/e negli uffici, presidi e cortei sia a casa che sul posto di lavoro. Il fatto di andare a colpire i responsabili anche nella vita privata, per esempio con le “home demos – visite a casa” non è certo un’invenzione di questa campagna, ma ne è stato un elemento importante. Gli sfruttatori, le multinazionali, con i loro edifici colossali, si presentano come inviolabili, dando un forte senso d’impotenza. La campagna SHAC ha voluto disarticolarne la struttura, trovare i punti deboli, superare il senso d’impotenza e riprendersi la capacità di agire.

Parallelamente alla campagna, la lotta contro HLS è stata portata avanti anonimamente da gruppi che colpivano gli stessi obbiettivi con l’azione diretta più radicale (lettere minatorie, danneggiamenti, incendi, liberazioni, ecc.).

Tra il 2000 e il 2005 sono state pubblicate ben sette investigazioni dentro HLS, rendendolo il laboratorio di vivisezione più smascherato al mondo. Una di queste, pubblicata da ADI (Animal Defenders International), mostra scimmie torturate in modo incredibilmente violento e crudele su commissione di AstraZeneca.

L’inesorabile pressione della campagna ha fatto scendere il prezzo delle azioni di HLS a un livello mai visto, costringendone i direttori a spostare la sede finanziaria centrale negli Stati Uniti e a sborsare 7 milioni di dollari di tasca loro. Per la prima volta il prezzo delle azioni di una compagnia è effettivamente nelle mani degli/le attivisti/e. HLS è ancora oggi un laboratorio in perdita, che riesce a malapena a funzionare, ma non ci deve sorprendere lo scoprire che la sua effettiva chiusura è stata evitata più volte proprio dal governo inglese che è intervenuto anche violando le sue stesse leggi.

Nello specifico le campagne contro i clienti di HLS hanno creato il panico e smosso il governo: si tratta di multinazionali con un enorme potere politico, aziende con troppi scheletri negli armadi, con il potere di influenzare l’agenda politica del governo di turno sino al punto di legiferare norme estremamente specifiche finalizzate solo ed unicamente alla protezione delle aziende stesse, nonché di determinare l’arresto degli/lle attivisti/e che stanno rendendo troppo difficile il loro sporco lavoro.

Dopo quasi 15 anni la campagna si è definitivamente conclusa nel giugno 2014, con un comunicato diffuso sul sito www.shac.net. D’altronde se da un lato la lotta specifica contro Huntingdon si ferma per un periodo di tempo indeterminato, dall’altro nascono le campagne di supporto per i casi ‘Blackmail3’ e ‘SOCPA 7’. Questi progetti, finalizzati a mobilitare la solidarietà verso le persone che proprio a causa del loro impegno con SHAC ora sono colpite dalla repressione, vanno a nostro modo visti come non come una interruzione o come una sconfitta, ma come un logico proseguimento della medesima lotta.

Dal testo di conclusione della campagna possiamo leggere: “Con la costante repressione da parte del governo verso chi lotta per gli animali in Inghilterra, è il momento di riesaminare i nostri metodi, comprendere quali ostacoli abbiamo di fronte, trovare le debolezze dell’avversario, per costituire una rete solidale per gli/le attivisti /e colpite ed iniziare a ricostruire il movimento dopo gli effetti che la repressione ha avuto.

Anche se stiamo annunciando la fine della campagna SHAC, essa sarà sempre una parte importante della nostra storia ed un richiamo alla ingegnosità e la potenza del movimento per i diritti animali…”

 

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The SHAC Campaign, Stop Huntingdon Animal Cruelty, was started in 1999 by a shac_dis_5group of activists that had successfully stopped two other breeding farms for vivisection animals: “Consort Kennels“, a farm of Beagle dogs that closed down in 1997 after 10 months of campaign and “Hillgrove Cat Farm”, closed in 1999 after a pressure campaign that lasted 18 months.

From the SHAC website: “The most important lesson from all these campaigns is to remember that all those animals would still be inside Consort and Hillgrove if we had waited for politicians to act. The lesson is that if we really want these hell holes to close then we have got to do it ourselves.”

From these two victories took shape the idea of starting an international campaign against the vivisection lab in Europe: Huntingdon Life Sciences (HLS). HLS makes its experiments on more than 70.000 animals a year; rats, dogs, cats, rabbits, guinea pigs, hamsters, birds and monkeys. More than 500 animals die every single day inside HLS. The experiments are commissioned by pharmaceutical companies that test household cleaning products, pesticides, medicines, herbicides, additives, food colorants, sweeteners, etc.

The campaign moves on three levels:

1. Against the customers, that is the companies commissioning the experiments

2. Against the suppliers that furnish HLS of everything needed to conduct the researches (cages, torture instruments, food, transports, cleaning, insurance, etc.)

3. Against the financiers and sponsors ( banks, shareholders, etc,)

The aim is to put all the companies financing HLS or that profit from it under pressure in order to make them stop any kind of relation with the lab. The successes obtained in this way are very numerous thanks to the various and original strategies and tactics used by SHAC.

An extract from the SHAC website shows the style and the philosophy of the campaign: “The SHAC campaign is all about action. Action is everything. Words and tears mean nothing to the animals trapped in their cages inside HLS waiting to die. They deserve nothing less than our utmost commitment to take action every day to close down the lab that holds them captive and slowly kills them.

Taking action is coming on demonstrations, writing letters, making phone calls, sending emails or faxes, telling other people about the campaign, distributing leaflets, fund raising, putting up posters and stickers. Action is whatever you can do to close down the hell-hole that is Huntingdon Life Sciences.”

It’s a very heterogeneous campaign. Thousands of people have given their contribution to it and had participated to the demos. Many groups were created in Europe, in the USA and in South America. These groups coordinated each other from time to time, in order to concentrate all the energies on the target of the moment in their own countries.

Every company linked to HLS has been the subject of office occupations, “run-ins”, demos and marches and home demos. The campaign also hit those responsible in their private lives, though the campaign did not invent this tactic, this was a very important element. The exploiters , the multinational companies with their huge buildings, present themselves as inviolable giving a sense of powerlessness. The SHAC Campaign wanted to dislocate this structure, find the weak points and overcome the sense of powerlessness and take back the power to act.

In parallel with the campaign the fight against HLS was also conducted by anonymous groups that were targeting the same companies with more radical direct action (threatening letter, mischief, arsons, liberations, etc.)

Between 2000 and 2005 seven investigations against HLS were published, making it the most exposed vivisection lab in the world. One of these, published by ADI (Animal Defenders International), shows monkeys being tortured in an incredibly violent way in an experiment commissioned by AstraZeneca.

The constant pressure of the campaign made the prices of HLS shares collapse to a level never seen before, forcing the directors to move the financial headquarters to the USA and to pay 7 million dollars from their own pockets. For the first time the actual price of the shares of a company is in the activists’ hands. HLS is still today a laboratory in loss that barely works, but it shouldn’t be surprising to discover that its closure has been prevented precisely by the British government in an illegal intervention.

Right now there are fewer groups following the SHAC Campaign, partly because many groups have taken different directions and have decided to use different methods and strategies, but also because of the crushing repression that this campaign had to face.

The campaigns against the customers of HLS have created panic and made the government move: we are talking about multinational corporations with a huge amount of political power, companies with too many skeletons in the closet, with the power of influencing the political agenda of the current government to the point of creating new laws, specifically oriented to the protection of their own company, as well as pushing for the arrests of activists that are making their dirty work difficult.

In spite of everything the campaign is still going on and proceeds against the targets of the moment, among which the main at international level is AstraZeneca, an anglo-swedish pharmaceutical multinational company that right now seems to be the main client of HLS. It’s the only one that declares to the media of being proud to finance the experiments.

For more information and updates about the SHAC Campaign check the web site www.shac.net.