Megafoni ed auto bruciate / Megaphones and burning cars

Read this text in english
shac_disegno3Mentre gli/le attivisti/e della campagna SHAC organizzavano presidi e manifestazioni presso aziende ed abitazioni private di fornitori e clienti di HLS, anche gli/le attivisti/e dell’Animal Liberation Front (ALF) hanno iniziato quasi immediatamente a mostrare interesse nell’attaccare i profitti di questo laboratorio.

Altre campagne o associazioni abitualmente prendevano le distanze da azioni ‘illegali’ al fine di mantenere il consenso e l’approvazione da parte dell’opinione pubblica. La campagna SHAC ha sempre sostenuto e difeso l’idea dell’azione diretta come strumento essenziale nella lotta per la liberazione. Spesso la teoria alla base dell’azione diretta veniva discussa durante cortei e manifestazioni, talvolta con precisi riferimenti verso particolari azioni avvenute in passato.

Sia che si trattasse di una azione di sabotaggio economico contro il direttore di una azienda collegata ad HLS, o di una liberazione da un allevamento di animali per la vivisezione, in entrambi i casi probabilmente durante la successiva manifestazione l’azione sarebbe stata menzionata, al fine di ispirare e motivare le persone a mettere in gioco sé stesse nella lotta.

La campagna ha dimostrato che l’efficacia tattica che l’azione diretta può avere, se rafforzata da un esplicito e condiviso supporto pubblico, è enorme.

L’immaginario stesso della campagna SHAC è ricco di rifermienti all’azione diretta: gli animali liberati da Huntingdon o da allevamenti che lo rifornivano erano lì per ricordare a tutti/e che la liberazione era a portata di mano, che poteva essere presa da chiunque senza doverla domandare. Chi non ricorda la celebre maglietta di SHAC dove un/a attivista mascherato/a siede tra alcuni beagle liberati, con la didascalia: “Dite a questi cani che l’azione diretta non funziona”?
Allora era chiaro che senza il supporto di attivisti/e dell’ALF a condividere l’obiettivo di chiudere HLS, la sola campagna avrebbe faticato a raggiungere questo tipo di risultati. Dalla comprensione del semplice fatto che tanto i governi quanto le aziende non si preoccupano di null’altro se non dell’accumulare profitti, la campagna ha saputo elaborare una strategia di attacco volta a rendere il business della vivisezione non più redditizio.

Oltre 250 aziende hanno deciso di abbandonare HLS nel corso della storia della campagna, rendendo la lotta contro Huntingdon una delle più efficaci di sempre.

SHAC si è sempre mossa su un piano legale, ma certamente fa parte di un movimento di liberazione animale che non riconosce il concetto di legalità e illegalità. Infatti partendo dalla triste considerazione che ciò che accade all’interno di luoghi come HLS non è solo perfettamente legale, ma anche strenuamente difeso dallo Stato e le sue istituzioni, non è arduo comprendere che ciò che viene accettato come legale non è in alcun modo connesso a ciò che è giusto.

In una società ineguale e gerarchica, che necessita e giustifica l’oppressione di animali umani e non umani per esistere, le leggi sono state fatte da coloro che detengono il potere per proteggere lo status quo, per reprimere il dissenso, per preservare l’ingiustizia. Per questa ragione qualsiasi movimento rivoluzionario nel corso della storia ha respinto questi due termini statici ( legale – illegale) le cui definizioni sono imposte da coloro che nella società intendiamo criticare e combattere, in favore di una più profonda distinzione tra ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, tra ciò che è eticamente accettabile, e ciò che è eticamente deprecabile.

*****

While SHAC activists were organizing demos at companies and home addresses of HLS
shac_disegno4business partners, associates and investors, ALF activists started almost immediately to show interest in attacking HLS profits as well.

While other campaigns or associations used to distance themselves from “illegal” actions in order to maintain public approval, the SHAC campaign always supported the idea of direct action as an essential tool into the struggle for liberation. Often enough the theory behind direct action was discussed during demo speeches, sometimes with precise references towards some particular actions that happened in
the past.

It could have been an underground action of economic sabotage against the director of a company related to HLS or a liberation from an animal breeder for vivisection, in both cases probably at the next demo this was mentioned, to inspire and motivate people to commit themselves to the struggle.

The campaign showed that the impact that direct action as a tactic can have, if empowered by shared and outspoken public support, is huge.

The imagery of the campaign is filled with inspiring images related to direct action: animals saved out of Huntingdon or breeders that supplied HLS were there to remind everyone that liberation is at hand, there, possible for everyone to take it without any need to ask.
Who doesn’t remember the famous SHAC T-shirt where a masked liberator sits between freed beagles, with a sentence beneath: “Tell these dogs direct action doesn’t work”?
At the time one thing was clear: without ALF activists sharing the goal of closing down HLS, the campaign alone would probably not have reached what it did. From the understanding that governments and corporations don’t care about nothing but profit, the campaign defined a strategy of attack built to make the vivisection business unprofitable.

Over 250 Companies have dropped HLS during the history of this campaign, making the struggle against Huntingdon one of the most successful and effective ever.

SHAC always worked on a legal level, but it certainly belong to an animal liberation movement that doesn’t recognize the concept of legality and illegality. As a matter of fact, starting from the sad consideration that what happens inside places like HLS is not just perfectly legal, but also strongly defended by the State and its institutions, it’s not hard to understand that what is legal is not in anyway related to what is right.

In an unequal and oppressive society that needs and justifies animal and humyn oppression to exist, laws are made by those in power to protect the status quo, to repress dissent, to preserve injustice. For this reason any revolutionary movement throughout history has rejected these two static terms (legal-illegal) defined by those in society who we want to challenge and fight, in favour of a deeper distinction between what is right and what is wrong, what is just and what is unjust, what is ethically acceptable and what is ethically deplorable.