Leggi speciali contro la lotta anti-vivisezionista / Special laws against the anti-vivisection struggle

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Nel 2005 il governo britannico introduce misure speciali, finalizzate ashac_dis_6 contrastare, in modo estremamente specifico, le campagne anti-vivisezioniste che in quel momento stavano minando il futuro della sperimentazione animale in Gran Bretagna. Con il “Serious Organised Crime and Police Act” (SOCPA) vengono introdotti due nuovi reati:
*Articolo 145 : Interferenza nelle relazioni contrattuali di una
azienda di sperimentazione animale
* Articolo 146 : Intimidazione di persone connesse ad una azienda di
sperimentazione animale

Con queste due nuove leggi, sono previste pene sino a 5 anni per reati minori come la violazione di proprietà privata, o una manifestazione non autorizzata, se si verificano contro una azienda coinvolta nella sperimentazione animale.
Un aspetto che va precisato è che si tratta di leggi estremamente specifiche, uno degli esempi di legislazione mirata più eclatanti attualmente in vigore: sono indirizzate infatti esclusivamente alle campagne contro la vivisezione, non includono in alcun modo le attività che contrastano altri aspetti dello sfruttamento animale, come l’industria della pelliccia, dell’intrattenimento o l’industria della carne. Prova evidente dell’influenza che l’industria farmaceutica ha avuto nel determinare la scelta del governo britannico di adottare questo tipo di misure.

Tuttavia, quando gli/le attivisti/e della campagna SHAC e della campagna SNGP (Save the Newchurch Guinea Pigs – campagna contro l’allevamento di porcellini d’India Newchurch, chiuso dopo 6 anni di lotta nel 2006) sono stati arrestati/e, il governo mirava ad ottenere sentenze più lunghe rispetto ai 5 anni previsti dalle nuove misure introdotte. Per questa ragione è stata usata un’altra imputazione addizionale, “Cospirazione al fine di commettere ricatto”, un reato già presente nel codice penale inglese che prevede pene sino a 14 anni di reclusione e che è stato semplicemente adattato per reprimere le campagne antivivisezioniste. Seguendo questo tipo di logica, qualsiasi tipo di campagna di protesta e di lotta, finalizzata alla chiusura di una azienda, o alla cessazione di un determinato tipo di attività da parte di quest’ultima, potrebbe essere considerato un ricatto e perseguito come tale. Più precisamente, una “cospirazione a commettere ricatto”, considerando il fatto che qualsiasi tipo di campagna prevede solitamente il coinvolgimento di più persone, ed una organizzazione di base per portare avanti la lotta.

Il governo britannico ha studiato e messo in atto una strategia repressiva, definendo un quadro normativo ritagliato su misura con l’intento preciso di minimizzare lo spazio di azione alle campagne antivivisezioniste ed annichilire coloro maggiormente impegnati/e nelle lotte attraverso pesantissime pene carcerarie e successive restrizioni.

Non stupisce d’altronde l’accanimento dello Stato britannico nei confronti del movimento antivivisezionista, considerando gli interessi economici legati alla ricerca scientifica che sono fonte di profitto per governi, aziende farmaceutice e lobby di potere. Questo non deve deprimerci o demoralizzarci, ma farci comprendere ancora una volta quanto il nemico che ci si trova davanti sia uno, e quanto le lotte siano inevitabilmente connesse le une alle altre. Settorializzando le forze saremo sempre vulnerabili ed isolati davanti agli attacchi della repressione, è quindi evidente la necessità di imparare dagli errori commessi, generare momenti di condivisione e confronto e creare ponti tra le diverse lotte di liberazione.

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In 2005 the British government introduced special repressive measures with the aim of obstructing – in a very specific way – the anti-vivisection campaigns that were undermining the future of animal experimentation in the UK at that time.

With the “Serious Organized Crime and Police Act” (SOCPA) new felonies were introduced in the law:

* Art. 145: Interference in the contractual relations of an animal research company.

*Art. 146: Intimidation of people connected to an animal research company

 The penalty for breaking these laws are sentences of up to 5 years for minor crimes against a company involved with vivisection, such as trespassing on private property or unauthorized demonstration.

One aspect that has to be emphasized is that the laws are extremely specific and one of the most striking examples of specific legislation in force. They are directed exclusively to anti-vivisection campaigns. They do not include activities against other sectors of animal exploitation like the fur industry, the meat industry or the entertainment one. This is an obvious proof of the power that the pharmaceutical industry had in influencing the British government’s choice to adopt these kind of measures.

However, when the activists of the SHAC campaign and of the SNGP campaign (Save the Newchurch Guinea Pigs – a campaign against a guinea pig breeding farm closed after 6 years of struggle in 2006) were arrested, the government was aiming to obtain longer sentences than the 5 years expected with the introduction of the new measures. For this reason the state used an additional imputation: “conspiracy to blackmail”, a crime already present in the British penal code that allowed sentences of up to 14 years of incarceration, and that was adapted to repress the anti-vivisection campaigns. Following this kind of logic, all kinds of protest and struggle that campaigns might use with the aim of closing down a company or stopping a type of activity could be considered a blackmail, or more precisely a “conspiracy to blackmail”. Every campaign involving more than one person and a basic forms of organization used in resistance was therefore liable.

The British government has studied and put into practice a repressive strategy, by creating a normative frame with the specific intent of minimizing the space for action that anti-vivisection campaigns occupy and to annihilate those who are more involved in the struggle, by employing heavy jail sentences and post-release restrictions .

The British State’s frenzy against the anti-vivisection movement is not surprising, considering the economical interests connected to scientific research that are a source of profits for governments, pharmaceutical industries and powerful lobbying groups. This should not burn us out, divide or demoralize us, but rather make us understand how the enemy we have to face is one, and how much all struggles are inevitably connected. By dividing forces we will always be vulnerable and isolated when facing repression, therefore it’s essential to learn from past mistakes and to create moments of sharing and confrontation in order to build bridges in the fight for liberation.